[QUIZ] Indovina il libro

Citazione

2, 3, 5, 7, 11, 13, 17... 199, 211, 223, 227, 229, 233.

uuuuuuuuuuuuhm una raffica di numeri primi....

Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte

E bravo Alle!! :+1: E' proprio il libro di Mark Haddon: la sequenza di numeri primi non è altro che la numerazione dei capitoli...

Io lo sto trovando molto intrigante, ma purtroppo non ho ancora avuto il tempo di finirlo:così sono costretta a lasciarvi una recensione di seconda mano...

Christopher Boone ha quindici anni ed è affetto dalla sindrome di Asperger, una forma di autismo. E' il primo a vedere Wellington, il cane della signora Shears che abita nella stessa via di Cristopher, morto, infilzato da un forcone. Il ragazzo decide di cominciare alcune indagini per scoprire l'assassino del cane e si immedesima in un investigatore come Sherlock Holmes. Questo è, in poche parole, l'inizio del libro, il fatto scatenante, l'immagine che cambia la vita al ragazzo. Cristopher capisce tutto di matematica, calcola e progetta ogni minima azione della giornata, costruisce teoremi e formule su quasi tutto quello che vede. Non capisce gli altri esseri umani, non comprende i loro giochi di parole, i loro dubbi, non capisce quando scherzano o quando fanno sul serio. Odia il colore giallo e marrone, ama il rosso, non riesce a mangiare cibi diversi che sono entrati in contatto l'uno con l'altro, ha un topolino a cui dà da mangiare e che accudisce, detesta essere toccato, non ride mai, non riesce a interpretare le espressioni degli altri. Il suo cervello non è in grado di gestire tante informazioni e quando ha paura si stringe la testa, ulula e grida. Non è mai andato più in là del negozio dietro l'angolo, ma quando vede il cane ucciso, comincia un viaggio incredibile. Lo spunto iniziale, la ricerca del responsabile dell'uccisione di Wellington, fa scoprire al ragazzo che sua madre non è mai morta, che il mondo degli adulti è più complicato del previsto, che suo padre gli ha mentito più volte.
Mark Haddon compie un'azione narrativa straordinaria: entra nella testa di un ragazzo "disturbato" e ragiona con gli stessi schemi mentali, le stesse potenzialità e gli stessi limiti della mente del protagonista. Ma c'è di più: l'autore riesce a scrivere il libro come se lo stesse scrivendo Cristopher Boone, usando una scrittura schematica, aiutandosi con cartine, disegni, mappe, formule matematiche, scritture in corsivo e in grassetto. Dal disturbo del protagonista, il lettore riesce a cogliere anche i disturbi dei cosiddetti "normali", le loro complicazioni (anche lessicali), le loro contraddizioni.
Un libro commovente, delicato, di un'altra dimensione.

(da www.paginazero.info)