[doHTML]<p align="center"><b>1a Lezione Hiragana</b></p>
<p><b>Il sistema di scrittura giapponese:</b></p>
<p>La scrittura giapponese si compone di due sistemi ben distinti di simboli
per comporre le parole della lingua scritta. Il primo sistema, derivato
dal cinese è quello dei caratteri ideografici, o ideogrammi o ancora
meglio <b>kanji</b>. La parola kanji significa letteralmente <i>carattere
cinese</i>, siccome il termine è giapponese, sottintendiamo, <i>usato
nella scrittura giapponese</i>. Un kanji quindi rappresenta una parola,
o come indica meglio il termine <i>ideogramma</i>, un'idea. Avremo l'ideogramma
che significa fiume o quello che indica il monte. Fin qui la scrittura
giapponese è come quella cinese, ma oltre alla scrittura ideografica,
in Giappone ne esiste un'altra che chiameremo <i>fonetica</i>. Quando
gli ambasciatori giapponesi si recavano in Cina per lunghi periodi, avevano
l'opportunità di studiare da vicino gli ideogrammi cinesi e la
maggior parte di loro avevano anche il compito di tramandare ideogrammi
dalla Cina al Giappone per rendere più ricco il vocabolario scritto
della lingua giapponese. Due di questi ambasciatori, monaci buddhisti,
oltre a studiare gli ideogrammi, pensarono di trovare un sistema per rendere
più agevole l'utilizzo di quel tipo di scrittura al quale i giapponesi
non erano abituati e che si rivelava un ostacolo alla diffusione dei kanji.
Quindi presero, dopo lunghe ricerche, una serie di ideogrammi e semplificandoli
e riadattandoli, crearono due sillabari. In particolare prima il monaco
Kibidaiji creò il sillabario chiamato <b>katakana</b>, mentre due
secoli dopo fu il monaco Kôbôdaishi a creare il sillabario
detto <b>hiragana</b>. Il katakana in realtà era un sillabario
creato da un altro sillabario, a sua volta creato dagli ideogrammi cinesi.
Questo sillabario intermedio si chiama <b>man'yogana</b>, letteralmente
<i>sillabario delle 10.000 foglie</i>. Questa precisazione verrà
utile quando vi spiegherò il significato letterale di hiragana
e katakana.</p>
<p>La scrittura fonetica differisce da quella ideografica perchè
ad ogni simbolo non corrisponde un'idea, ma un suono, in genere una sillaba.
Quindi mentre avremo l'ideogramma di casa, avremo il fonema <i>ta</i>
o quello di <i>sa</i> e così via. Si intuisce che mentre gli ideogrammi
sono moltissimi (circa 1900) i fonemi sono meno di cento, perchè
meno di cento sono i suoni della lingua giapponese. Una diretta conseguenza
della differenza tra ideogramma e fonema sta nel fatto che più
ideogrammi possono avere la stessa lettura, ma significare cose diverse,
mentre un fonema ha sempre e solo una lettura in quanto è individuato
in base al suono che si vuole scrivere e non all'idea che si vuole rappresentare.
Un fonema da solo non rappresenta necessariamente nessun oggetto, ma solo
un suono, mentre un ideogramma rappresenta sempre un oggetto, anche se
vedremo che spesso un ideogramma da solo pur avendo un significato, si
usa collegato ad altri ideogrammi, anche se da solo ha un significato
di senso compiuto. Ma capirete col tempo. L'importante adesso è
capire chiaramente che un ideogramma rappresenta una cosa, mentre un fonema
rappresenta un suono. Il resto verrà da sè.</p>
<p>Quindi la scrittura giapponese può ben definirsi <b>mista</b>,
perchè in una frase si trovano sia ideogrammi che fonemi.</p>
<p>Oltre a scrittura ideografica e fonetica, esiste un terzo modo per scrivere
il giapponese. Questo terzo sistema è stato creato da un occidentale
per poter traslitterare le parole giapponesi in alfabeto occidentale.
Il sistema è noto col nome di Hepburn e permette di scrivere le
parole giapponesi con le nostre lettere. Senza questo sistema, studiare
il giapponese sarebbe molto complicato perchè bisognerebbe imparare
ideogrammi e sillabari per imparare poi la grammatica, mentre con questo
sistema si può scrivere qualsiasi frase in alfabeto occidentale.
Il sistema è anche detto <b>romaji</b>. Quindi quando si parlerà
di scrivere in romaji intenderemo scrivere in caratteri occidentali o
meglio <i>traslitterare in caratteri occidentali</i>. Quando io scrivo
la parola <b>Hiroshima</b>, scrivo in Romaji, adottando il sistema Hepburn.</p>
<p>Riepilogando, una parola giapponese si può scrivere in tre modi:
in romaji, usando i caratteri occidentali, in hiragana o katakana, (le
differenze di usi le vedremo più avanti) usando i fonemi, in kanji,
usando gli ideogrammi. Esattamente come nel filmato di introduzione vedete
la parola nihongo (giapponese) trasformarsi da romaji a hiragana e poi
in kanji. Il grado di conoscenza porta a sostituire un livello con quello
successivo e superiore, fino a quando conoscerete abbastanza ideogrammi
per scrivere in kanji tutto lo scrivibile in kanji. Alcune particelle
andranno scritte sempre e comunque in hiragana e altre sempre e comunque
in katakana, per cui la connotazione di mista che ha la scrittura non
si basa su conoscenza o meno degli ideogrammi, ma è una peculiarità
che rimane anche sapendo tutti gli ideogrammi.</p>
<hr width="50%">
<p><b>I sillabari: hiragana.</b></p>
<p>Per cominciare lo studio dei sillabari partiremo dall'hiragana. Hiragana
significa letteralmente <b>sillabario semplice</b> derivato dalla semplificazione
di ideogrammi cinesi operata dal monaco buddhista e ambasciatore Kôbôdaishi.
Il sillabario dell'hiragana serve per scrivere le parole giapponesi usando
un simbolo per ogni fonema che compone la parola stessa. Riprendendo la
parola <b>Hiroshima</b>, possiamo dividerla in quattro fonemi distinti:<br>
<i>hi - ro - shi - ma</i>.</p>
<p>A questo punto ognuno di questi quattro fonemi sarà rappresentato
da un simbolo che definisce il suono corrispondente. Sotto potete vedere
i quattro fonemi che compongono hi-ro-shi-ma:</p>
<p><img src="
http://www.wakai.it/immagini/hiragana/statici/hsmhi.gif" width="25" height="25"><img src="
http://www.wakai.it/immagini/hiragana/statici/hsmro.gif" width="25" height="25"><img src="
http://www.wakai.it/immagini/hiragana/statici/hsmshi.gif" width="25" height="25"><img src="
http://www.wakai.it/immagini/hiragana/statici/hsmma.gif" width="25" height="25"></p>
<p>Quando trovate il primo simbolo sapete con certezza che si legge <b>hi</b>
proprio perchè rappresenta quel suono e solo quello.</p>
<hr width="50%">
<p><b>I sillabari: fonemi dell'hiragana
in romaji</b></p>
<p>Per familiarizzare con l'hiragana trovate qui sotto una tabella contenente
tutti i fonemi scritti in romaji. In seguito analizzeremo fonema per fonema
il modo in cui sono scritti in giapponese, con l'ordine e il verso dei
tratti. Nel frattempo analizzate la tabella e poi leggete le note che
specificano le pronunce dei vari suoni, che si avvicinano molto alla pronuncia
italiana. (questo rende il giapponese molto più facile di quanto
si pensi)</p>
<table width="95%" border="1" cellspacing="0" cellpadding="0" align="center">
<tr class="maintitle" align="center">
<td width="6%">Semimpuri</td>
<td width="25%">Impuri</td>
<td width="68%">Puri</td>
</tr>
<tr>
<td>
<table width="100%" cellspacing="0" cellpadding="0" border="1">
<tr align="center">
<td width="100%">
<p><b>P</b></p>
</td>
</tr>
<tr align="center">
<td width="100%">pa</td>
</tr>
<tr align="center">
<td width="100%">pi</td>
</tr>
<tr align="center">
<td width="100%">pu</td>
</tr>
<tr align="center">
<td width="100%">pe</td>
</tr>
<tr align="center">
<td width="100%">po</td>
</tr>
</table>
</td>
<td>
<table width="100%" cellspacing="0" cellpadding="0" border="1">
<tr align="center">
<td width="25%">
<p><b>B</b></p>
</td>
<td width="25%">
<p><b>D</b></p>
</td>
<td width="25%">
<p><b>Z</b></p>
</td>
<td width="25%">
<p><b>G</b></p>
</td>
</tr>
<tr align="center">
<td width="25%">ba</td>
<td width="25%">da</td>
<td width="25%">za</td>
<td width="25%">ga</td>
</tr>
<tr align="center">
<td width="25%">bi</td>
<td width="25%">ji</td>
<td width="25%">ji</td>
<td width="25%">gi</td>
</tr>
<tr align="center">
<td width="25%">bu</td>
<td width="25%">zu</td>
<td width="25%">zu</td>
<td width="25%">gu</td>
</tr>
<tr align="center">
<td width="25%">be</td>
<td width="25%">de</td>
<td width="25%">ze</td>
<td width="25%">ge</td>
</tr>
<tr align="center">
<td width="25%">bo</td>
<td width="25%">do</td>
<td width="25%">zo</td>
<td width="25%">go</td>
</tr>
</table>
</td>
<td>
<table width="100%" cellspacing="0" cellpadding="0" border="1">
<tr align="center">
<td width="9%">
<p><b>N</b></p>
</td>
<td width="9%">
<p><b>W</b></p>
</td>
<td width="9%">
<p><b>R</b></p>
</td>
<td width="9%">
<p><b>Y</b></p>
</td>
<td width="9%">
<p><b>M</b></p>
</td>
<td width="9%">
<p><b>H</b></p>
</td>
<td width="9%">
<p><b>N</b></p>
</td>
<td width="9%">
<p><b>T</b></p>
</td>
<td width="9%">
<p><b>S</b></p>
</td>
<td width="9%">
<p><b>K</b></p>
</td>
<td width="9%">
<p><b>Boin</b></p>
</td>
</tr>
<tr align="center">
<td width="9%"> </td>
<td width="9%">wa</td>
<td width="9%">ra</td>
<td width="9%">ya</td>
<td width="9%">ma</td>
<td width="9%">ha</td>
<td width="9%">na</td>
<td width="9%">ta</td>
<td width="9%">sa</td>
<td width="9%">ka</td>
<td width="9%">a</td>
</tr>
<tr align="center">
<td width="9%"> </td>
<td width="9%"> </td>
<td width="9%">ri</td>
<td width="9%"> </td>
<td width="9%">mi</td>
<td width="9%">hi</td>
<td width="9%">ni</td>
<td width="9%">chi</td>
<td width="9%">shi</td>
<td width="9%">ki</td>
<td width="9%">i</td>
</tr>
<tr align="center">
<td width="9%"> </td>
<td width="9%"> </td>
<td width="9%">ru</td>
<td width="9%">yu</td>
<td width="9%">mu</td>
<td width="9%">fu</td>
<td width="9%">nu</td>
<td width="9%">tsu</td>
<td width="9%">su</td>
<td width="9%">ku</td>
<td width="9%">u</td>
</tr>
<tr align="center">
<td width="9%"> </td>
<td width="9%"> </td>
<td width="9%">re</td>
<td width="9%"> </td>
<td width="9%">me</td>
<td width="9%">he</td>
<td width="9%">ne</td>
<td width="9%">te</td>
<td width="9%">se</td>
<td width="9%">ke</td>
<td width="9%">e</td>
</tr>
<tr align="center">
<td width="9%">n</td>
<td width="9%">(w)o</td>
<td width="9%">ro</td>
<td width="9%">yo</td>
<td width="9%">mo</td>
<td width="9%">ho</td>
<td width="9%">no</td>
<td width="9%">to</td>
<td width="9%">so</td>
<td width="9%">ko</td>
<td width="9%">o</td>
</tr>
</table>
</td>
</tr>
</table>
<p>La tabella si legge da destra a sinistra e dall'alto in basso. Come vedete
il sillabario è diviso in tre sezioni. Fonemi puri, semimpuri e
impuri. Spiegherò più avanti la differenza. Le prime due
colonne non rappresentano alcun problema. La <i>K</i> si pronuncia come
la <i>C</i> dura di casa. Nella terza colonna troviamo la prima particolarità.
Invece di <b>si</b> troviamo <b>shi</b>. Per ora basti sapere che la pronuncia
è come lo <i>sc</i> italiano di sciare. Nella quarta colonna le
particolarità sono due: <b>chi</b> e <b>tsu</b>. <b>Chi</b> si
legge come la <i>C</i> dolce di cibo, mentre lo <b>tsu</b> si legge come
la <i>Z</i> dura di operazione. Passando alla sesta colonna, invece di
<i>hu</i> troviamo <b>fu</b>. Si legge come in italiano, mentre gli altri
fonemi della serie si leggono con la <i>h</i> aspirata di hotel. L'ottava
colonna ci dà solo tre fonemi: <b>ya</b>, <b>yu</b> e <b>yo</b>.
<i>yi</i> e <i>ye</i> non esistono. Si leggono come in italiano: <i>ia</i>,
<i>iu</i> e <i>io</i>. La decima colonna ci restituisce solo due fonemi:
<b>wa</b> e <b>(w)o</b>. Si leggono <i>ua</i> e <i>o</i>. In particolare
il secondo non si legge <i>uo</i>, ma solo <i>o</i>, questo per una modificazione
eufonica avvenuta nei secoli e infatti la <i>w</i> è tra parentesi
e quando traslittereremo in romaji quel fonema troveremo sempre scritto
<b>o</b> e non <b>(w)o</b>, quindi da non confondere con la <b>o</b> vocale,
che comunque da sola non si trova mai, mentre la <b>o</b> di <b>(w)o</b>
è sempre da sola. Ma lo vedremo più avanti. Avanzando nella
tabella troviamo la <b>n</b> da sola. E' l'unica consonante del sillabario
e si legge come in italiano. La prima colonna dei fonemi impuri è
quella della <i>G</i>. Per <b>ga</b>, <b>gu</b> e <b>go</b>, non c'è
problema. Si leggono come in italiano, mentre <b>gi</b> e <b>ge</b> si
leggono <i>ghi</i> e <i>ghe</i>. La serie della <i>Z</i> e quella della
<i>D</i> hanno due fonemi in comune: <b>ji</b> e <b>zu</b>. <b>Ji</b>
si pronuncia <i>gi</i>, mentre <b>zu</b>, come gli altri fonemi della
<i>Z</i> si leggono come in zebra a differenza dello <b>tsu</b> dove la
<i>z</i> è sorda. I fonemi <b>ji</b> e <b>zu</b> delle due serie
sono diversi tra loro, ma l'uso di uno dei due fonemi <b>ji </b>(o <b>zu</b>)
piuttosto che l'altro verrà spiegato più avanti. L'importante
ora è imparare come si pronunciano i fonemi. Per chiudere, le serie
della <i>B</i> e l'unica serie semimpura, la <i>P</i>. Si leggono come
in italiano. La serie della <i>R</i> è un problema a parte. Si
dice che in giappone non esista la <i>L</i>, come in Cina non esiste la
<i>R</i>. In realtà il suono della serie della <i>R</i> è
un suono sporco, tra <i>R</i> e <i>L</i>, ma per ora va benissimo pronunciare
la R come in bravo. Affinare le pronunce è un argomeno intermedio
e per ora non ce ne occuperemo.</p>
<p><b>Ricapitoliamo:</b></p>
<table align="center" width="80%" cellspacing="2" cellpadding="0" border="1">
<tr class="maintitle">
<td width="50%"><b>Fonema</b></td>
<td width="50%"><b>Pronuncia</b></td>
</tr>
<tr>
<td width="50%"><b>Ka e tutta la serie</b></td>
<td width="50%"><i>Ca</i></td>
</tr>
<tr>
<td width="50%"><b>Shi</b></td>
<td width="50%"><i>Sci</i></td>
</tr>
<tr>
<td width="50%"><b>Chi</b></td>
<td width="50%"><i>Ci</i></td>
</tr>
<tr>
<td width="50%"><b>Tsu</b></td>
<td width="50%"><i>Zu sordo</i></td>
</tr>
<tr>
<td width="50%"><b>Ha e tutta la serie</b></td>
<td width="50%"><i>Ha come hotel</i></td>
</tr>
<tr>
<td width="50%"><b>Fu</b></td>
<td width="50%"><i>Fu</i></td>
</tr>
<tr>
<td width="50%"><b>Ya, yu e yo</b></td>
<td width="50%"><i>Ia, iu e io</i></td>
</tr>
<tr>
<td width="50%"><b>Gi e ge</b></td>
<td width="50%"><i>Ghi e ghe</i></td>
</tr>
<tr>
<td width="50%"><b>Za e tutta la serie</b></td>
<td width="50%"><i>Za sonoro</i></td>
</tr>
<tr>
<td width="50%"><b>Ji</b></td>
<td width="50%"><i>Gi</i></td>
</tr>
</table>
<p>La prima lezione si conclude qui. Chi avesse seguito il vecchio corso
noterà un'impostazione più schematica e ordinata della materia.
Il corso sarà tutto struttrato in modo più organico. Vi
verrà suggerito quando integrare qualche lezione sui sillabari
con alcune sulla grammatica, per progredire contemporanemante in entrambi
i livelli della lingua.<br>[/doHTML]